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Ritiro sociale

In adolescenza il senso di solitudine e d’inefficacia può sfociare nell’abbandono del percorso scolastico e nell’allontanamento dall’intero mondo sociale. Il ritiro è accompagnato da vissuti di vergogna, impotenza e confusione, e  può portare ad un graduale disinvestimento nelle proprie risorse e nelle relazioni interpersonali.

Prospettiva teorica

Il fenomeno del ritiro sociale acuto riguarda quegli adolescenti che, a partire da una fobia scolare, abbandonano le relazioni amicali e tutti i contatti sociali per rinchiudersi nella loro stanza riducendo al minimo i loro contatti con persone reali per sostituirli spesso con una frenetica attività su internet che include la dedizione a video giochi infiniti, la visione di film, una serie di contatti virtuali. In alcuni casi il ritmo notte giorno viene invertito per cui i ragazzi dormono di giorno e si svegliano la notte.  Il fenomeno si è manifestato inizialmente in Giappone ove ha avuto una larga diffusione (si parla addirittura di un  milione di casi) ma si sta ora diffondendo in tutto l’Occidente andando a colpire soprattutto i giovani maschi. Il ritiro è accompagnato vissuti di vergogna e d’impotenza, nei confronti dei coetanei della scuola e, soprattutto del proprio Sé corporeo, come se questi ragazzi pensassero che, senza il peso del loro corpo così com’è, nella sua inguaribile bruttezza, tutta loro stessa esistenza potrebbe essere diversa e migliore. La stanza nella quale si rifugiano come se fosse una tana funge, da un lato, come luogo di protezione rispetto alle esperienze concrete, dall’altro, come campo di sperimentazione per un’infinità di esperienze immaginarie connesse alle inesauribili risorse della rete.

Il trattamento

La presa in carico degli adolescenti affetti da ritiro sociale acuto presso il Minotauro prevede un approccio  multifocale che coinvolge numerosi operatori: parallelamente alla psicoterapia ed all’attività di counseling con i genitori,  vanno previsti interventi domiciliari qualora l’adolescente non sia disponibile ad uscire di casa (ma sia invece disposto a parlare con uno psicologo),  attività laboratoriali individuali e di piccolo gruppo con lo scopo di facilitare l’accesso a relazioni interpersonali reali, esercitazioni che facilitino il reinserimento scolastico e sociale. Occorre anche effettuare, attraverso strumenti diagnostici appropriati, un’attenta valutazione del grado di dipendenza da Internet.