Condividiamo l’articolo di Matteo Lancini scritto per il sito Libreriamo sui cambiamenti che l’emergenza coronavirus ha imposto nelle relazione e nelle distanze con gli adolescenti.
La diffusione del virus ci ha obbligato, e ci costringerà, a rivedere il nostro concetto di prossimità e giusta distanza. Il tema del distanziamento sociale è al centro del dibattito odierno e dei possibili provvedimenti futuri, in vista, tra le altre cose, dell’avvicinarsi dell’estate e della riapertura delle scuole prevista per il prossimo anno scolastico.
Colloqui psicologici ai tempi del coronavirus
La giusta distanza dall’adolescente è un argomento da sempre presente nella teoria e nella tecnica della psicoterapia psicoanalitica. Come modulare la propria distanza emotiva in un percorso di sostegno psicologico con i soggetti in età evolutiva? Troppa distanza e la relazione appare fredda e insufficientemente empatica, troppa vicinanza e si corre il rischio di risultare invasivi e invischianti.
Ai tempi del coronavirus, e del conseguente passaggio a relazioni di sostegno psicologico mediate da whatsapp o skype, la questione è diventata ancor più importante.
Incontrarsi da casa
L’esperienza di questi giorni ci ha costretto a rimodulare la distanza della relazione con i nostri giovani pazienti. Entrare nelle loro stanze con una telecamera ha aperto nuovi scenari, determinato cambiamenti nella relazione, certamente a causa del nuovo setting ma soprattutto in considerazione del clima emotivo stravolto dalla pandemia. Quasi sempre siamo stati costretti ad avvicinarci in modo diverso, ad accogliere richieste, più o meno esplicite, di maggiore vicinanza affettiva. Senza mai perdere di vista il nostro ruolo abbiamo accolto con favore, e anche piacere, l’interesse dei ragazzi e delle ragazze nei riguardi del nostro stato di salute e dei nostri cari. Le loro domande su dove fossimo collocati, sull’arredamento della stanza in cui svolgevamo il colloquio. Anche loro hanno potuto osservare nuovi aspetti di noi e avvicinarsi maggiormente alla nostra vita quotidiana, ribaltata e sconvolta dal virus.
Nuove distanze e nuove vicinanze
Una crisi che può quindi trasformarsi anche in un fecondo cambiamento della relazione tra adulti e adolescenti. Un’occasione da non perdere, che non riguarda solo gli psicologi, ma che è testimoniata anche da quanto sta accadendo nelle comunità per adolescenti, così come nei centri aggregativi o nelle esperienze di doposcuola. Molti educatori raccontano le straordinarie opportunità derivanti dalla necessità di rimodulare la distanza sia in comunità educative, dove si è obbligati a vivere ancora più a stretto contatto di prima, sia negli spazi educativi pomeridiani, costretti a trasformarsi in ambienti digitali.
Vicini nella casa e lontani dalla scuola
Tutto ciò riguarda, inevitabilmente, anche la scuola e la famiglia. Il rigore e l’autorevolezza adulta si declinano oggi attraverso la capacità di contrastare l’inevitabile distanziamento sociale con un avvicinamento emotivo e affettivo. I genitori sono chiamati a condividere con i propri figli adolescenti il senso di fatica e la sofferenza derivante da questa terribile condizione. Non serve rimuovere preoccupazioni e dolori ma saperli gestire insieme. Gli insegnanti già costretti ad affrontare la complessità di una didattica a distanza, sono anche chiamati a rimodulare la relazione educativa e formativa. Non serve chiedere ai propri studenti adolescenti di chiudere gli occhi, o addirittura di bendarsi, per sostenere l’interrogazione. Non siamo a Guantanamo, e se anche lo fossimo, il nemico da interrogare e combattere insieme è la pandemia. Molti adolescenti sembrano averlo compreso, mi auguro anche la maggior parte degli adulti.
FONTE: Libreriamo.it