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Condividiamo l’intervista di Cristina Marrone a Laura Turuani per Corriere.it

Vede il messaggio su whatsapp, ma fa finta di niente. Riceve la chiamata e non risponde. Per non parlare delle mail che probabilmente getta nel cestino. Chi si comporta così diventa all’improvviso un fantasma, fa ghosting come si dice in inglese. Succede quando di punto in bianco qualcuno con cui avevate un rapporto di amicizia o una relazione amorosa non si fa più trovare, si volatilizza, diventa un fantasma. Almeno per voi. Ci si preoccupa, si pensa al peggio, magari un incidente o una malattia. Ma nella maggioranza dei casi il vostro ex amico sta benone e prosegue la sua vita, senza di voi. Ma se ne va nel peggiore dei modi, senza dare una spiegazione.

Una dolorosa strategia di rottura

Ricercatori del reparto di Psicologia dell’Università della Georgia hanno studiato gli effetti del ghosting e le conseguenze per chi subisce questo genere di abbandono, anche sull’autostima. Nella ricerca emerge che due partecipanti su tre, tutti giovani adulti, erano diventati fantasma, anche più volte. «La maggior parte di loro la considera una strategia vantaggiosa perché è facile, evita il confronto e sembra un modo più educato di dire addio rispetto a farlo di persona» dice Christina Leckfor, autrice principale del lavoro. La realtà delle cose non sembrano essere esattamente così. Le conclusioni dello studio mostrano infatti che l’impronta del ghosting sulla salute mentale è più profonda di quella del rifiuto totale. «A distanza di tempo il ricordo di aver subito ghosting risulta essere più doloroso di una rottura “tradizionale” con un incontro in carne ed ossa. È probabile che coloro che optano per questo genere di addio non si rendano conto del danno che causano all’altra metà» aggiunge la ricercatrice. Dall’altra parte infatti c’è una persona che ha bisogno di un confronto per elaborare un addio, che sia un amico o un fidanzato. Leckfor descrive la pratica come una «dolorosa strategia di rottura». «Quello che fa male – riflette Laura Turuani, psicologa e psicoterapeuta del centro milanese Il Minotauro – non è tanto la perdita dell’altro, quando magari ci si è visti poche volte, ma l’idea di uscire dalla mente dell’altro, di non essere più pensati e cercati, di non avere abbastanza valore da essere ricontattati, che è il dolore narcisistico più difficile da sopportare. Spesso non è l’amico a mancare, ma quella sensazione di essere desiderati»

Il fenomeno diffuso tra i giovani adulti

«Il fenomeno del ghosting è molto diffuso tra giovani adulti e interessa spesso relazioni di varia natura e intensità nate grazie ad app di incontri, all’interno di un reticolo nuovo di modalità di costruzione di una relazione, che starei attenta a definire amicizia e amore» precisa Laura Turuani . «Si tratta di relazioni, anche numerose, nate spesso con la mediazione della tecnologia. Difficilmente c’è ghosting dopo un rapporto che dura da dieci anni e quando succede è molto raro».

La paura del dolore

La paura del dolore è un po’ quello che spinge a trasformarsi in fantasmi. «Questa generazione – spiega la psicoterapeuta del Minotauro – si ritrova e essere cresciuta nell’idea di trovare, in maniera utopistica, la non sofferenza. I giovani adulti sono poco abituati a soffrire e assolutamente incapaci a tollerare la sofferenza dell’altro» . Il ghosting, per chi lo fa, diventa così un modo per affrontare meno il proprio dolore e per non vivere il dolore dell’altro, che non è visibile dal momento che tutte le comunicazioni sono interrotte.

L’impatto dei valori educativi

I valori educativi di oggi portano a inseguire l’indipendenza e il benessere personale, senza dover dipendere da nessuno. «Una persona sceglie di scomparire – riflette Turuani – quando sente che la relazione sta diventando qualcosa di emotivamente coinvolgente, di troppo stringente, quando viene percepita una dipendenza e quindi diventa pericolosa. La relazione può infatti diventare un ostacolo alla realizzazione personale: l’Erasmus, il quarto anno del liceo all’estero, il viaggio di lavoro, la possibilità di fare nuove esperienze. Tendenzialmente nei giovani adulti, quando le relazioni vengono sentite come qualcosa che intacca o rende troppo complicata la realizzazione di sé , ma richiede quote di dipendenza, di mediazione, di sacrificabilità, può avvenire il distacco. In questo momento stiamo insegnando a cercare l’altro per la qualità di amore che può erogare più che cosa significa stare dentro una relazione e amare. E non a caso siamo nell’epoca dei like»,

Una delle grandi trasformazioni del modo di stare in coppia oggi è che è decaduto il «per sempre». I giovani adulti sanno che vivranno diverse storie. Le coppie funzionano «per ora», fino a quando erogano benessere, finché c’è intensità. «Lasciarsi è diventata un’esperienza molto più comune rispetto alle generazioni precedenti, per questo ci vorrebbe anche un’educazione al dirsi addio» suggerisce la psicoterapeuta.

Chi pratica il ghosting

I ricercatori hanno provato a fare un identikit di chi più spesso utilizza questa pratica, riconoscendo però che è un modo di agire piuttosto diffuso tra i giovani adulti. Il risultato è stato piuttosto curioso, come racconta El Pais: chi soffre subendo ghosting è anche chi lo pratica con più frequenza. «Le persone che praticano il ghosting tendono ad essere individui con un grande bisogno di chiudere le porte e voltare pagina, con scarsa tolleranza all’incertezza. Anche se il ghosting può lasciare ambiguità in una relazione, per chi lo esercita rappresenta in realtà un punto fermo, la fine di un rapporto» dice Leckfor. L’altra parte resta però in sospeso. E cosa che ha lasciato molto perplessi i ricercatori è il fatto che quando sono gli habitué del «darsela a gambe» a subire il ghosting questi soffrono terribilmente, anche se su questo aspetto c’è ancora molto da indagare.

La fuga via chat dalle app di dating

In una ricerca del 2019 condotta da Gili Freedman, un ricercatore del Dartmouth College, e Darsey Powell, del Roanoke College sono state indagate le ragioni per cui si sceglie il ghosting. I partecipanti all’indagine hanno riconosciuto di non avere sufficienti capacità di comunicazione per mantenere una conversazione faccia a faccia. Mostrare i loro volti genera loro ansia sociale. «Per lasciare una persona bisogna sapere reggere una conversazione, anche dal punto di vista emotivo, avere capacità empatiche, sopportare il dolore degli altri» sottolinea ancora Laura Turuani

Altre persone che avevano comunicato solo con chat attraverso app di dating hanno preferito scomparire temendo che un incontro fisico potesse portare la relazione a un livello successivo, alla quale non erano interessati. Molte donne hanno fornito motivazioni legate alla loro sicurezza. «È molto facile chattare con perfetti sconosciuti e sparire è un modo per proteggersi quando un ragazzo chiede una cosa strana, ad esempio una foto di nudo» ha confessato una ragazza di 19 anni. Altri raccontano che in questo modo vogliono proteggere i sentimenti dell’altro, pensando, sbagliando, che sparire senza preavviso sia più gentile di un rifiuto diretto.

Il ghosting nel mondo del lavoro

Il team di Cristina Leckfor si è concentrato sul ghosting come strategia per chiudere relazioni o appuntamenti romantici. Tuttavia più della metà degli intervistati ha raccontato di aver vissuto un’esperienza simile anche con amici e le conseguenze erano altrettanto dolorose. «Con nostra sorpresa non c’erano differenze quando a sparire senza un perché era un partner o un amico» racconta Cristina Leckfor.

E un’altra area dove il ghosting dilaga è quella dei colloqui di lavoro. Succede purtroppo spesso che dopo uno o due colloqui di lavoro i reclutatori scompaiano, lasciando i candidati con il fiato sospeso, in attesa di una telefonata o di una mail per avere almeno una risposta. Non ci sono ancora studi su questo fenomeno ma è piuttosto intuibile che una mail di rifiuto sarebbe più accettabile del silenzio per poter voltare pagina e dedicarsi a una nuova ricerca.

Le conseguenze a breve e lungo termine

Chi subisce un improvviso rifiuto senza un perché nell’immediato prova confusione che volta poi a una bassa autostima. Il problema a breve termine sembra essere la mancanza di chiarezza, il non capire perché una relazione sia finita in modo così brusco. Talvolta le persone che si trovano in questa situazione mostrano tratti paranoici quando cercano di trovare una spiegazione. A lungo termine le conseguenze sono visibili con una grande sfiducia nelle nuove relazioni. «Chi subisce il ghosting viene lasciato in balia di non sapere che cosa sia successo, sia che si tratti di una relazione sia che si tratti di un colloquio di lavoro – aggiunge Turuani. Con il silenzio non è possibile capire che cosa non ha funzionato, che cosa si è sbagliato quindi si tratta di un’esperienza che non può essere utilizzata come esperienza costruttiva, in ottica di un miglioramento futuro e della costruzione della propria identità, ma lascia solo l’aspetto critico-distruttivo, con chiare conseguenze sull’autostima».

E chi il ghosting lo pratica? La metà delle persone che praticano ghosting prova senso di colpa o rimorso. Ma c’è anche una metà che non prova alcuna emozione. In effetti già altri studi hanno concluso che in una relazione chi decide di fare una pausa prova meno disagio rispetto all’altra parte.