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Condividiamo l’articolo di Valentina Guglielmo per Repubblica.it con l’intervista a Matteo Lancini su come gestire l’ansia per l’esame di maturità.

Preoccupazione, ansia, stress, sconforto e insonnia sono fra le reazioni comuni di chi deve affrontare la maturità. È innegabile che l’ansia generata da questo esame di passaggio sia potente, tanto che spesso si sente di persone che sognano di dover rifare l’esame a distanza di molti anni, o che hanno l’incubo di non averlo superato. La preoccupazione però, in questa maturità post-pandemia, sembra essere superiore agli anni precedenti: lo dimostra un’indagine condotta da Skuola.net assieme all’Associazione Nazionale Di.Te., da cui è emerso che più di tre intervistati su cinque associa all’esame stati d’animo negativi e previsioni pessimiste riguardo il proprio benessere psicofisico. Oltre il 72%, inoltre, è certo che condizionerà l’esito dell’esame. Esistono, comunque, alcune strategie consigliate dagli esperti che aiutano a ridurre gli effetti di ansia e a gestire l’insonnia.

Quando si investe in un avvenimento o si deve affrontare una prova, l’ansia è un fattore inevitabile. Non solo, è necessaria: si tratta infatti di un’attivazione psicologica legata alla sopravvivenza e al raggiungimento di un obiettivo. La questione, quindi, non è come eliminare l’ansia, ma come imparare a gestirla in modo che non diventi pervasiva nella mente impedendo di portare avanti la prestazione, inibendo il pensiero e impedendo il sonno.

“Nel caso della maturità il livello di ansia dipende soprattutto dal livello di investimento e dal valore attribuito non solo da parte della persona che la affronta, ma anche dalle aspettative in ambiente familiare e da parte degli insegnanti”, dice Matteo Lancini, psicologo e psicoterapeuta esperto dell’età evolutiva. “A livello fisiologico, comunque, l’ansia è un motivatore fondamentale: senza ansia non si possono raggiungere gli obiettivi. Poi, ovviamente, dipende da qual è il livello di ansia, angoscia o sovra-investimento, perché il rischio è che questi diventino tali da incidere nella realizzazione del periodo di avvicinamento alla prova e anche nella realizzazione della prova stessa”.

La soluzione? Gli amici

Se un po’ di ansia è più che normale prima di un esame, per un risultato ottimale è importante mantenerla sotto il livello di guardia. Bisogna comprendere – spiega Lancini – che la maturità è un passaggio importante nella vita, ma non decisivo. Dargli quindi la giusta importanza ma senza esagerare, ricorrendo anche a qualche piccola strategia che aiuta a mettere le cose nella giusta prospettiva. A partire, ad esempio, dalla scelta del giusto interlocutore. “In questo senso –  continua Lancini  – ritengo ad esempio che sia importantissimo riuscire a condividere la preoccupazione con i compagni di classe più che con i genitori. Un modo potrebbe essere quello di cominciare a pensarla come un’avventura, una parte del proprio progetto di vita, più che come un avvenimento determinante per il proprio valore. Io credo molto nel supporto fra coetanei, soprattutto se si ha la fortuna di avere dei compagni di classe con cui sono stati costruiti dei buoni rapporti e con cui si riesce a collaborare. Credo che conti molto il valore del gruppo e della solidarietà, piuttosto che la competizione che purtroppo in molte classi è presente”.

La risorsa più importante per imparare a gestire l’ansia, dunque, andrebbe ricercata nella relazione con gli altri – compagni, amici, coetanei.  “Io credo molto nel valore della socializzazione, e credo soprattutto che le comunità di adolescenti che si possono creare attorno alla maturità possano essere molto importanti. Penso ad esempio alla possibilità di andare qualche giorno a studiare da soli a casa di qualcuno, al mare, in montagna, magari anche senza gli adulti. Credo molto al valore delle relazioni al di là delle tecniche individuali.”

La reazione all’evento stressante, comunque, dipende molto dalle caratteristiche individuali. Al di là dell’età, i ragazzi hanno caratteristiche del tutto uniche. Lancini sottolinea che non esistono tecniche individuali che funzionano per tutti, ma è necessario che ognuno trovi le proprie. Vi è talmente tanta diversità fra gli individui che ciò che funziona per qualcuno può sortire l’effetto opposto aumentare il livello di stress e ansia in qualcun altro.

Carenza di sonno, attenzione ai farmaci

Per molte persone, ansia è anche sinonimo di insonnia. Un altro tassello del circolo vizioso che può spingere l’angoscia per un esame a peggiorare la nostra performance: la giusta qualità e quantità di sonno sono infatti fondamentali per affrontare la maturità nel migliore dei modi.

“Per i maturandi è possibile che ci siano dei disturbi del sonno dovuti all’ansia per gli esami, ma innanzitutto bisogna precisare che ci sono diverse tipologie di disturbi del sonno e che si tratta di disturbi molto comuni –  spiega Flavio Villani, neurologo dell’ospedale policlinico San Martino di Genova specializzato in epilessia e disturbi del sonno – . Quando l’ansia è circoscritta a un breve periodo in cui il livello di stress è elevato e compromette il sonno si possono adottare una serie di buone pratiche per aiutare a preparare il fisico al riposo notturno in modo ottimale. Fra queste, limitare l’utilizzo di dispositivi tecnologici appena prima di andare a letto, non andare a coricarsi subito dopo avere cenato e, comunque, fare cene con cibi leggeri, niente caffè o alcol, e aver cura di mantenere in camera una temperatura confortevole”.

Ma c’è da fare attenzione all’uso troppo disinvolto di medicinali. “Per i giovani è importante soprattutto evitare di assumere farmaci o pastiglie a caso senza una prescrizione o una diagnosi medica precisa”, dice Villani. Quando i problemi di sonno perdurano nel tempo, oltre le tre, quattro settimane, piuttosto che affidarsi al fai da te, è bene rivolgersi agli specialisti, contattando un centro dedicato alla medicina del sonno, che potrà effettuare una diagnosi e pianificare la terapia più adeguata.

I disturbi del sonno in Italia sono comunque abbastanza diffusi: ne soffre, in media, il 15% degli adulti, e fra questi anche maturandi (che spesso sono almeno diciottenni). Sono tutti caratterizzati dalla presenza di uno o più di questi sintomi: difficoltà ad addormentarsi o/e di mantenere il sonno (insonnie), frequenti risvegli nel corso della notte con fatica ad addormentarsi nuovamente, risveglio molto presto al mattino, qualità del sonno scarsa, sonnolenza diurna, disturbi del movimento (come la sindrome della gamba senza riposo) e disturbi respiratori (come ad esempio la sindrome dell’apnea notturna).

Fonte: Repubblica.it