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Le prime vacanze in solitaria dei figli in età adolescenziale sono un ottimo banco di prova per i ragazzi: possono imparare “sul campo” l’arte del distacco e fortificare la loro autonomia. Il portale Nostrofiglio.it intervista Laura Turuani della fondazione Minotauro su come aiutare i genitori a vivere questi momenti senza caricare i giovani delle loro ansietà.

Chiamerà quando arriva? Avrà messo il maglione pesante nello zaino? Gli avrò dato abbastanza soldi? Ho fatto bene a lasciarlo andare con quella compagnia? Tornerà sano e salvo?” questi e altri pensieri si affastellano senza sosta nella mente di un genitore nel momento in cui il figlio adolescente è pronto con i suoi bagagli sulla porta di casa per partire per la tanto desiderata vacanza con gli amici, senza mamma e papà al seguito. Per vivere questo momento al meglio – e godersi le ferie tutti quanti in pace – abbiamo chiesto alla psicologa Laura Turuani della fondazione Minotauro qualche consiglio anti – ansia ai genitori.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: ECCO PERCHE’ E’ IMPORTANTE LASCIARLI ANDARE

Nel considerare la richiesta dei figli di andare in vacanza senza mamma e papà, bisogna tenere conto di un punto fondamentale: “Il compito centrale in adolescenza è quello che si chiama processo di separazione, ovvero definirsi autonomamente distaccandosi in maniera sana dai genitori. Tutte le esperienze che vanno nella direzione dell’autonomia sono quindi utili a questo importantissimo compito”, spiega Laura Turuani. Nel compiere questo viaggio, i ragazzi non sono e non devono essere soli: “Il sostegno più forte e vantaggioso in questa direzione dell’autonomia e della separazione viene dai coetanei: nessuno riuscirebbe infatti da solo a compiere questo cammino di auto-definizione. Non si può stare senza relazioni di affetto: i pari sostituiscono il rapporto di “nutrimento affettivo” che si aveva con i genitori, andando a compensare tutte quelle funzioni di valorizzazione e rispecchiamento narcisistico che hanno i genitori. Gli amici rappresentano l’indispensabile sostegno per transitare dalla dipendenza dalla famiglia alla piena autonomia che si conquista con un processo lungo e graduale. l processo di separazione non è on-off, non si mette in moto schiacciando un tasto: “I ragazzi non nascono in grado di gestire autonomia e solitudine: per diventare individui separati dai genitori, sicuramente i coetanei e in generale la socializzazione con i “pari” sono lo strumento più utile”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI, PAROLA D’ORDINE: GRADUALITA’

Fatta questa importante premessa, come capire se un figlio è pronto per questa avventura? A che età lasciarlo andare?

“Intorno ai 16 anni, ma ogni genitore deve avere in mente il funzionamento del proprio figlio osservandolo nella quotidianità: solo così si può capire se è pronto per partire”. Per tranquillizzare i genitori e per aiutare i ragazzi a scegliere una vacanza adeguata, si può ragionare insieme sulla meta: “Fare delle “micro-esperienze” di autonomia è funzionale e utile: ad esempio come primo viaggio da soli si può pensare di portare 3 amici nella casa al mare dei nonni: un viaggio simile rappresenta una transizione lenta, perché nel posto conosciuto ci sono riferimenti come il bar, il bagnino, i vicini di casa. Diverso è andare in campeggio in un posto dove nessuno del gruppo è mai stato, e vanno gestiti più aspetti rispetto alle chiavi di casa. Il mio consiglio è procedere per gradi: ogni volta l’adolescente avrà modo di acquisire una competenza in più”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: NON PIANIFICATELA VOI

Certamente avere la mappa di tutti gli spostamenti pianificati dei pargoli può far stare sereni i genitori, ma non è sicuramente la strada giusta: scegliere di comune accordo dove andare non significa prenotare loro su Booking tutte le stanze d’albergo o comperare in anticipo tutti i biglietti di autobus e treni non fa il bene dei ragazzi. “Spesso sentiamo genitori fregiarsi del fatto che i loro figli viaggiano in tutto il mondo: ma se la vacanza è organizzata da mamma e papà non è un vero step di crescita. : “Troppa pianificazione e troppa ingerenza da parte dei genitori non contribuiscono ad una reale autonomia dei ragazzi: il viaggio diventa avvincente e formativo se lo si è preparato con le proprie capacità, ovviamente con una supervisione finale degli adulti”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: LASCIATE CHE SIANO LORO A CHIAMARE

Chiamare o non chiamare? Questo è il dilemma. “E’ utile rimanere sempre disponibili se c’è qualche problema” spiega Laura Turuani “ma ricordiamoci sempre che se i ragazzi si divertono, non chiamano. Quindi se non li sentiamo tendenzialmente possiamo stare tranquilli. In una buona relazione, i ragazzi dovrebbero sapere che possono chiamare se hanno bisogno ma che i genitori si fidano di loro”.

La telefonata è comunque old style, se si manda un messaggio sicuramente si avrà più possibilità di ricevere una risposta. “Le chat di famiglia ora vanno tanto di moda, sfruttiamole: iniziamo con il mandare noi genitori una bella foto di quello che stiamo facendo, chiedendo ai ragazzi di fare altrettanto. Stimoliamo noi per primi la conversazione”. Nel tiro alla fune della crescita ricordiamoci che i ragazzi quando non stanno pensando a mamma e papà fanno un esercizio di autonomia: se hanno voglia di chiamare, devono gestire loro questo bisogno. “È molto più comune che alla chiamata dei genitori i figli non rispondano, affaccendati nelle loro trame di crescita, ma che se viceversa mamma o papà tardano a richiamare ad un squillo dell’adolescente si debbano sorbire lamentele in un misto di seccatura e allarme”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: COME FARE LA VALIGIA

No alle mamme chioccia che preparano i bagagli impacchettati e profumati con tanto di sacchettini pronti all’uso, ma neanche lasciare i ragazzi completamente sprovvisti di indicazioni in questo momento pratico. “Se nel loro percorso di vita hanno già visto come si fanno le valigie possono farsela da soli, ma se non ne hanno idea dovete accompagnarli dando indicazioni generali”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: GUIDARE MA NON SINDACARE NELLA SCELTA DEI COMPAGNI DI VIAGGIO

Per quanto riguarda i compagni di viaggio, come comportarsi? “Date loro fiducia, sempre guidandoli ma senza ingerire troppo. Ricordiamoci che le esperienza di convivenza sono estremamente formative: stare con i pari vedendo altri modi di funzionare (ad esempio quante volte si lavano i denti) e dovendo scendere a patti con orari diversi, casse comuni e turni di pulizia apre al mondo ma soprattutto porta i ragazzi selezionare persone più simili a loro”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: FACCIAMO IL BUSINESS PLAN

No ai budget illimitati, si ad un accompagnamento nella pianificazione delle spese: “Anche la corretta gestione del denaro è una competenza che si acquisisce. Aiutiamo i ragazzi a fare un minimo di pianficazione”. Volete fare una gita? Andate in una spiaggia libera? Fate la spesa al supermercato? Quanto spendete nel dormire? “Aiutateli a considerare le voci di spesa nella quotidianità. Sarei comunque dell’idea di dare un budget fisso da imparare a gestire: nella peggiore delle ipotesi se non sarai stato in grado di regolamentarti sarai obbligato ad accorciare la vacanza”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: LAVORETTI E VACANZE STUDIO

E sul tema delle vacanze studio all’estero o della possibilità di fare la ragazza alla pari o altri lavoretti? Se desideriamo che i nostri figli facciano questa esperienza, teniamo conto che la presenza di un adulto per i genitori è tranquillizzante, ma per i ragazzi può essere ancora una volta una delega di responsabilità: “Tutte queste tipologie di vacanza sono centrate su un compito e prevedono un supervisore: se per il genitore è rassicurante, teniamo conto del fatto che il ragazzo perde un’occasione per gestire tutto in autonomia”.

FIGLI ADOLESCENTI IN VACANZA DA SOLI: NO AL TERZO GRADO

Non aspettatevi un resoconto dettagliato della vacanza, né in corso d’opera né tanto meno al rientro. “Per i genitori è comprensibile che sia faticoso tollerare che i figli abbiano dei segreti, dei non detti: è qualcosa su cui sono chiamati a fare uno sforzo. I bambini non riescono a tenere un segreto, mentre gli adolescenti devono avere delle “aree riservate”, degli spazi mentali di riservatezza, fondamentali per lo sviluppo dell’Io. Uno dei compiti degli ’adolescenti è quello di diventare sempre più capace di gestirsi una sorta di autonomia mentale: i ragazzi devono diventare meno bisognoso di avere continui feedback e approvazioni, come invece è normale che siano i bambini. I genitori di oggi hanno costruito relazioni talmente affettive e vicine che questo pezzetto di strada è molto faticoso, ma necessario”, conclude Laura Turuani.