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Condividiamo l’intervista di Alessandro Grasso Peroni a Loredan Cirillo per Il Secolo XIX:

L’ordinanza sulla sicurezza valida fino all’il settembre, il cui principale punto è il divieto assoluto di vendita di alcoolici ai minori, è argomento collegato ad uno degli appuntamenti più attesi del Festival della Mente. Sabato e domenica al Moderno, Loredana Cirillo, psicologa e psicoterapeuta socia dell’istituto Minotauro, dove è docente e membro del comitato scientifico della scuola di Specializzazione, ed insegnante anche al dipartimento di psicologia dell’università Milano-Bicocca, insieme al collega Filippo Rosa, parleranno del tema “Grazie! Quello che non abbiamo mai detto ai nostri figlie e studenti”. «Io dico “tocca a voi parlare” e mi riferisco ai genitori ai quali sono rivolti i nostri appuntamenti -spiega Cirillo -. Impegnati a sostenere che i problemi delle nuove generazioni dipendessero da una crescita caratterizzata da assenza di limiti, pochissime frustrazioni e troppo amore, abbiamo perso di vista la verità emotiva e profonda della relazione affettiva ed educativa. Pervasi da questi convincimenti, abbiamo rinunciato troppe volte ad amare i figli e gli studenti per quello che sono, a ringraziarli per ciò che ci hanno insegnato e per le emozioni che hanno acceso dentro di noi. E arrivato il momento di farlo. E mi auguro che ci sia la massima partecipazione. In particolare, la voglia degli adulti di raccontarsi e rivelare i propri pensieri rispetto all’educazione e al rapporto con i figli». Nei suoi libri – “L’adolescente. Psicopatologia e psicoterapia evolutiva (con M. Lancini, T. Scodeggio, T. Zanella, Cortina, 2020), Figli di internet (con M. Lancini, Erickson, 2022) e “Soffrire di adolescenza. Il dolore muto di una generazione”
(Cortina 2024) -, Loredana Cirillo affronta il tema da molte angolazioni. Un po’ quelle vissute a Sarzana nella notte tra il 30 e il 31 marzo scorsi, quando la città si svegliò apprendendo che un adolescente di 16 anni aveva preso a bastonate un clochard ai giardini della stazione, fatto per cui il giovane sarà processato a dicembre con l’accusa di tentato omicidio. «Oggi siamo molto vicini e vogliamo molto bene ai nostri figli, mentre prima c’era maggiore distanza affettiva – spiega Cirillo -, non c’entra col caso sarzanese che non conosco, ma nei nostri studi abbiamo accertato che noi adulti ci aspettiamo dai ragazzi che vogliano essere ciò che vogliamo noi. I figli oggi possono dire ogni cosa e rivolgersi in ogni modo ai genitori, come raramente è capitato, ma la famiglia non punta più alla formazione di un buon cittadino, pronto a vivere anche le esperienze negative, le delusioni pesanti e leggere della quotidianità. In sostanza, non riusciamo a capire gli aspetti emotivi che abitano gli adolescenti, a guardare le loro emozioni e stati d’animo. E loro fanno fatica
trovare idoli o esempi, agganciandosi alla sottocultura sempre più popolare della musica trap che alla fine è democratica, racconta la sfiducia nelle regole, rispecchia il tessuto sociale di vivere qui, ora e subito, senza prospettive future». Il doppio incontro, per Loredana Cirillo rappresenta «l’opportunità per ritagliare uno sguardo sullo stato di salute globale dei nostri figli, vittime di gravi disagi che non cogliamo. In sostanza promettiamo vicinanza e grande relazione, ma a patto che tu figlio, mi rassicuri dicendomi che va tutto bene. E costringiamo ragazzi a fare proprio questo. Invece bisogna mettere i giovani nelle condizioni di aprirsi, con domande come “cosa senti dentro? Cosa provi? Cosa ti piace?”, senza giudicare ma cercando di capire che noi siamo qui per dare un aiuto concreto. Quando avviene, accadono cose straordinarie».